
Ho un problema, e penso che la maggior parte delle persone lo condivida con me: ho voglia di fare tutto!
Ok, in realtànon sto parlando di ogni singola cosa fattibile, ma voglio fare il più possibile nella mia vita:
- Voglio fare tutto nella mia lunga lista di cose da fare, oggi
- Voglio tuffarmi in ogni progetto interessante.
- Voglio dire di sì alle richieste di tutti, anche se so che sono giàtroppo occupato.
- Voglio viaggiare ovunque e vedere tutto ciò che c’è nel mondo.
- Voglio provare ogni cibo, e, se mi piace, ne voglio sempre di più (e finisce poi che mangio sempre troppo!!)
- Voglio guardare tutti i programmi TV e i film che ritengo interessanti.
- Voglio leggere su tutto, sotto forma di libro, o su internet.
- Voglio dedicarmi a molti hobbies interessanti, ognuno dei quali mi richiederebbe molte ore per padroneggiarlo.
- Voglio passare il tempo con tutti quelli che amo, con ogni amico, parente – ma anche dedicare abbastanza tempo per stare da solo con me stesso.
Ovviamente, questo è tutto impossibile. Ma scommetto che non sono il solo a desiderare costantemente tutto questo e altro.
C’è un termine nel buddhismo per questa sorta di frustrazione a voler far tutto: avidità. Il termine aviditàin questo contesto descrive solo la tendenza, squisitamente umana, a desiderare di più di ciò che vogliamo.
Ecco perché siamo sovraccaricati di troppe cose da fare, eccessivamente indaffarati e sopraffatti. È il motivo per cui ci sentiamo costantemente distratti, perché mangiamo troppo, acquistiamo troppo e siamo dipendenti dalle cose materiali. È per questo che abbiamo troppe cose e ci sentiamo in debito con la vita.
L’aviditàè così comune che non ce ne accorgiamo nemmeno. È il fondamento della nostra societàconsumistica. È l’oceano in cui stiamo nuotando, fa così tanto parte della trama delle nostre vite che non riusciamo ad ammettere che è lì.
Samuele